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Editoriali | Francesco Amati | 28 Aprile 2017
L'assistenza legale
e il non profit
L'assistenza legale e il non profit

Un anno fa, proprio nel mese di aprile, veniva siglato un protocollo di intesa tra Meridonare e l'Associazione Studio Legale nel Sociale. La collaborazione andava ad incastrarsi in un più ampio programma ideato dalla direzione di Meridonare il cui scopo era quello di offrire, agli enti di Terzo Settore che si rivolgevano alla nuova piattaforma di crowdfunding, un'assistenza il più possibile completa ed integrata. A Studio Legale nel Sociale è toccato così il compito di fornire, a quelle realtà che ne avessero avuto bisogno, consulenza giuridico/legale. Ma un team di legali è realmente utile alla vita di associazioni culturali, organizzazioni di volontariato, enti di promozione sociale?   
Di questa necessità noi dello Studio siamo da sempre stati certi e il primo anno di lavoro in collaborazione con Meridonare ha offerto a tutti noi positivo banco di prova anche per conoscere e risolvere questioni e problematiche tra le più disparate.
L'approccio iniziale delle stesse Associazioni nei confronti dello Sportello Legale è stato quello di scardinare, solo qualora fosse necessario, il regime di “autogestione” nei casi non fosse produttivo. L'esigenza di un confronto con dei professionisti, quindi, era sentita ma da un lato non si sapeva bene a chi rivolgersi, dall'altro le costanti strettezze economiche in cui navigano queste realtà non rendeva possibile impegnare capitali per tali consulenze. Meridonare, ha così bypassato entrambi questi problemi indicando, alle associazioni, a chi rivolgersi e garantendo una prima assistenza gratuita.
Il nostro sportello, come detto, è diventato anche una finestra aperta su un mondo in continuo mutamento e in grado di incanalare tendenze della società del sud Italia indescrivibilmente dinamiche e cariche di creatività.
Fotografare e descrivere i mutamenti di questo settore “altro” non è compito facile. La prima immagine è certamente quella dei giovani che vogliono intraprendere un percorso associativo. Si tratta generalmente di persone in età post universitaria con una formazione culturale di ottimo livello. Il desiderio è quello di creare una struttura organizzativa, nella quale poter impegnare in maniera integrata sia le competenze maturate nel percorso universitario e nelle prime esperienze professionali, sia passioni e interessi personali. Questo primo gruppo, ha una altissima propensione alla ricerca di aiuti e consulenze professionali. Infatti, sia il buon livello culturale che la tensione progettuale, verso la creazione di realtà nella quali investire il proprio futuro, creano un'alta consapevolezza della complessità e della responsabilità che deriva dalla gestione di un ente associativo.
Poi c’è la realtà che riguarda le associazioni già costituite. All'occhio del professionista consulente, balza immediatamente un dato distintivo: piccole associazioni che svolgono buone attività ma intrinsecamente disorganizzate, poco propense ad investire per migliorare la propria attività; e associazioni di medie dimensioni che coltivano un approccio costantemente dinamico e con una alta propensione alla ricerca di risorse umane professionali per garantirsi una crescita sempre maggiore. E' chiaro come le prime, che rappresentano ancora, a parere nostro, la maggioranza degli enti di terzo settore presenti sul territorio del sud Italia siano figlie della tradizionale visione del non profit. Svolgono opere meritorie, hanno volontari e associati carichi di buone intenzioni, soddisfano un desiderio dei partecipanti di rendersi utili e ampliare la propria rete sociale, allo stesso tempo però, non hanno alcuna propensione alla crescita. Questa difatti, è vista, come foriera di complicazioni che nessuno degli associati ha intenzione di affrontare. Questi gruppi, inoltre, non hanno la volontà di investire denaro in alcun modo per l'associazione; i singoli che ne fanno parte ritengono di impiegare già sufficientemente le proprie energie personali all'interno di esse.
Diversamente il secondo gruppo è lo specchio di una nuova visione dell'associazionismo in grado di rappresentare pienamente il senso della locuzione "Terzo Settore". E' importante dire, che questa visione moderna è pienamente sposata dai giovani, anche nelle loro idee progettuali, ma anche da persone adulte, con una buona formazione culturale di base e animate da un forte desiderio di "fare qualcosa di grande". Chi appartiene, infatti, ad associazioni attive, ben organizzate, che portano avanti iniziative estremamente significative per il territorio e gli stessi associati non ha nessuna intenzione di accontentarsi di quanto già fatto ma piuttosto vuole investire tempo, denaro, risorse nella creazione di realtà sempre più solide. L'approccio diventa, pertanto, più "imprenditoriale". Questo comporta l'esigenza continua di supporto legale ed economico-fiscale, la ricerca di personale qualificato ed interessato alla causa dell'Associazione, la propensione ad istaurare con i consulenti professionisti e col proprio personale interno rapporti stabili attraverso una contrattualizzazione regolare e la conclusione di contratti d'opera professionale.
A questo accorto gruppo, di associazioni, si rivolge in particolare Meridonare, sposando a pieno l'idea del Legislatore che, sulla scia della consolidata normativa europea, tenta di dare al Non Profit un nuovo spirito imprenditorializzato, dinamico, competitivo. Se infatti Meridonare prosegue nel suo particolarissimo campo la secolare tradizione della Fondazione Banco di Napoli, non può che rivolgersi a quelle realtà che ricevuto un aiuto iniziale attraverso la raccolta fondi promettono di restituirlo al nostro territorio, moltiplicandolo in attività stabili e di altissimo valore sociale.
E' essenziale, dunque, da un lato comprendere subito le potenzialità di tali gruppi organizzati, interpretandone desideri e propensioni, dall'altro, offrire una vera educazione del Terzo Settore. Non possiamo non fotografare, una malinconica tendenza tutta italiana a considerare ciò che è di tutti (l'associazione) come una res nullius, per la quale nessuno deve davvero impegnarsi né tantomeno investire in termini economici. Contro questa tendenza, che vanifica gli sforzi di tanti cittadini che potrebbero davvero fare molto di più per il Non Profit, Meridonare ha gli strumenti idonei per combattere. L'informazione, uno scambio di riflessioni consapevoli, l'invito a spendere insieme (poco ma tutti) per ampliare e migliorare le proprie attività sociali permetterebbero, a parere dello scrivente, di allocare in maniera efficiente tutto il denaro che attraverso la piattaforma viene raccolto, favorendo in ogni associazione quell'effetto moltiplicatore delle virtù che è il vero scopo sociale di questa bellissima realtà che in solo un anno di vita ha accresciuto immensamente le potenzialità del Terzo Settore nel Meridione.

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