LEADERBOARD
Editoriali | I racconti di Eduardo Nappi | 28 Aprile 2017
Il Foro Carolino
e Luigi Vanvitelli
Il Foro Carolino e Luigi Vanvitelli

Nel 1757, la città di Napoli per gratitudine a Carlo di Borbone, che in poco più di 20 anni aveva portato la città partenopea a livello delle grandi città europee, decise di dedicargli la grande piazza del Mercatello alla quale si accedeva da Port’Alba e dalla Porta dello Spirito Santo. Il luogo si sarebbe chiamato Foro Carolino. Fu deciso di affidare a Luigi Vanvitelli i lavori per la trasformazione del luogo. Fu costruito un emiciclo rivestito con marmi e piperni che si può ancora ammirare. La sommità del manufatto accolse ventisei statue, ancora in loco, rappresentanti le Virtù di Carlo e al centro della piazza fu situata la statua raffigurante il re, che fu abbattuta durante la rivoluzione del 1799. Nel 1801 fu realizzata da Angelo Viva una nuova statua che fu distrutta da un violento acquazzone.

Dopo circa cento anni, nel 1855, i napoletani memori della grandezza di Carlo, si autotassarono per costruirgli nuovamente la statua. Fu creata la “Commissione per il monumento a Carlo III” dal cui conto corrente vennero prelevate somme per pagare lo scultore Salvatore Irdi ed altre maestranze. Nel 1861 il conto si spense. Il grande re doveva essere dimenticato. Le rimanenti somme furono utilizzate dal nuovo governo[1]. Ora è piazza Dante.
Caro Sindaco perché non richiamare Foro Carolino la piazza dedicata a Carlo di Borbone e trasferire la statua di Dante in altro luogo? Il cambio della denominazione di Via Roma in Via Toledo fu molto gradito ai napoletani.

  • Nappi, Il Foro Carolino. Nuovi documenti, in Quaderni dell’Archivio storico, Napoli 2014[1], Il Foro Carolino. Nuovi documenti, in Quaderni dell’Archivio storico, Napoli 2014.

 

Tags
 
Lascia un commento

Nome

Email

Commento

2 + 2