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Editoriali | Marco Musella | 17 Aprile 2017
Politiche sociali
volano di sviluppo
Politiche sociali volano di sviluppo

"Come ripensare il welfare. Riflessioni e proposte" è il titolo dell’intervento del professor Marco Musella alla “Primavera del welfare” dello scorso 20 marzo alla Stazione Marittima di Napoli. “Ci troviamo in un contesto cambiato per la riduzione di risorse e l’aumento dei problemi sociali causati dalla crisi del nostro modello di sviluppo, ma non solo: abbiamo lasciato appassire e appiattire le motivazioni degli operatori e dei dirigenti pubblici e del terzo settore e non siamo riusciti a governare i processi di rapido cambiamento avvenuti. Non è la sede per indagare sulle cause e le responsabilità di questi processi, ma si tratta di capire come riprendere un cammino interrotto, ciò perché le politiche sociali sono politiche per lo sviluppo. Sono tre i temi da affrontare:
- lo stato sociale (che qui da noi non ha mai raggiunto una realizzazione neanche sufficiente) non c'è più da tanto tempo.
- il welfare mix, prima ancora di raggiungere assetti sufficientemente consolidati, è stato smontato.
- la 328/2000, se un valore ancora lo ha, è da valutare in modo radicalmente diverso da 15 anni fa. E così la legge regionale 11/2007 della Campania.

Provo quindi ad essere costruttivo su come provare a dare un’anima alle politiche sociali volte a realizzare quegli obiettivi che la 328/2000 attribuisce al sistema integrato di welfare (questa parola dobbiamo ricomprenderla in un quadro giuridico-istituzionale, ma anche economico-sociale profondamente modificata). Il tutto attraverso una lettura “seniana” che ci può aiutare ancora a definire le mete e ci può dare un metodo. Questa la strada da percorrere:

1) Connettere le politiche sociali a politiche sanitarie, del lavoro, della formazione, a politiche per lo sviluppo e per la giustizia, etc.. Costruire alleanze strategiche con altri ambiti nei quali vi sono, come dicono gli economisti, esternalità positive e produzione di beni pubblici e di beni meritori, in primis cultura e ambiente.
2) Favorire e realizzare sperimentazioni e innovazioni volte a valorizzare idee e iniziative che mirino ad aumentare l'impatto sociale degli interventi o che abbiano l'obiettivo di includere nei processi economici e sociali chi ne è tendenzialmente escluso.
3) Favorire un’attiva ricerca di risorse non solo economiche.
4) Aiutare i percorsi di ricostruzione della motivazione, i circuiti della fiducia tra terzo settore e istituzioni pubbliche, tra gli operatori/lavoratori e le istituzioni/datori di lavoro. E ciò sia nel pubblico che nel privato-sociale.

Gli strumenti possibili con cui farlo:

  • Ricerca. Per capire meglio e di più il disagio e le strategie per affrontarlo.
  • Costruzione di un vero sistema informativo.
  • Per cambiare la cultura degli interventi sociali.
  • Supporto consulenziale agli ambiti territoriali, al terzo settore”

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