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Editoriali | Giovanni Rinaldi | 03 Aprile 2018
Povertà educativa
la Campania soffre
Povertà educativa la Campania soffre

È stato pubblicato il primo report sulla povertà educativa e il Sud, quasi come fosse una condanna già scritta, ne esce malconcio. Servizi alla prima infanzia, scuole, palestre sono gli indicatori che maggiormente rappresentano la sofferenza e Campania e Calabria sono davvero al palo. Lo studio parte dai "risultati delle prime analisi svolte con i dati sistematizzati all’interno della banca dati nata dalla collaborazione tra Depp srl e Con i bambini - impresa sociale. Essa è stata costruita a partire dai database ufficiali rilasciati dalle istituzioni competenti per ogni tematica, a partire da Istat, Miur, Mef, Abi e altri soggetti". In queste settimane andremo ad analizzare i diversi aspetti che hanno reso il Sud regno della povertà educativa, a partire dai bisogni e dalle risposte che ci sono o che, come prevedibile, non ci sono.
"I dati aggregati fanno emergere due tendenze, ampiamente prevedibili: la spaccatura nord-sud in termini di servizi per minori e giovani, e una minore copertura della domanda potenziale nelle aree montane. La novità di poter utilizzare una banca dati "comunale" sui servizi rivolti ai i minori è che permette di individuare anche realtà territoriali che performano meglio di quanto fosse ragionevole attendersi leggendo i dati aggregati, ad esempio alcuni comuni montani del ragusano rispetto alla presenza di asili nido. Si tratta di base dati fornite attraverso formati disomogenei, che sono state uniformate e sistematizzate con uno standard univoco che utilizza il comune come base di analisi operativa. Questi focus territoriali possono servire da base per ulteriori analisi approfondite, anche centrate su specifici casi studio. Ma non eliminano il dato saliente di una maggiore carenza in alcune aree del paese, prevalentemente collocate nel mezzogiorno, e che coinvolge sia le città maggiori sia i comuni più piccoli. Nell’analisi, sono soprattutto i comuni delle province calabresi e campane a ricorrere con maggiore frequenza come i meno coperti lungo le diverse dimensioni selezionate, dalla presenza dei servizi per la prima infanzia, alla dotazione delle scuole"*.
(fonte Povertà educativa - febbraio 2018

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