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Editoriali | Giovanni Rinaldi | 14 Maggio 2018
Save the Children
e povertà assoluta
Save the Children e povertà assoluta

Infanzia povera e priva di stimoli. È questa la foto scattata da Save the Children in un’Italia sempre più attanagliata dalla crisi economica e sociale. Secondo il rapporto “Nuotare contro corrente. Povertà educativa e resilienza in Italia” un milione e trecentomila bambini e ragazzi infatti vivono in una condizione di povertà assoluta. Si tratta di una quota altissima, il 12,5% del totale. Ma oltre alle difficoltà economiche delle famiglie, incide molto anche il contesto sociale fatto di luoghi abbandonati, dove l’aggregazione e lo sport sono delle chimere. I dati infatti parlano di quasi nove famiglie su dieci che non possono permettersi di iscrivere i bambini agli asili nido. Ma soprattutto la maggior parte dei ragazzi non riesce a emanciparsi dalle condizioni di disagio della propria famiglia. Questi ragazzi, infatti, hanno quasi cinque volte in più la probabilità di non superare il livello minimo di competenze sia in matematica che in lettura rispetto ai coetanei benestanti (24% contro 5%).
Ma l’altra faccia della medaglia è una “Italia della resilienza”. Di chi resiste e ne esce vincitore. Esistono casi in cui i minori riescono a raggiungere ottimi livelli di apprendimento, nonostante le condizioni economiche del proprio nucleo familiare. Si tratta ancora di una piccola quota, intorno al 26% del totale, ma la cui crescita può essere favorita soprattutto dalle scuole. La ricetta adatta prevede un’offerta formativa ricca di attività extracurriculari, infrastrutture adeguate, relazioni positive sono tutti elementi che aiutano i ragazzi a emanciparsi. 
La resilienza è invece pesantemente frenata da dispersione scolastica, alta criminalità e disoccupazione giovanile. Per questo motivo risultano importanti gli investimenti pubblici sulle comunità che ospitano le famiglie in difficoltà economica.
In questo scenario Campania, Sicilia, Calabria, Puglia e Molise occupano i primi cinque posti della graduatoria della povertà educativa. Se infatti l'Italia è tra le più arretrate del continente con il 14%, in queste regioni i dati sono ancora più preoccupanti. In Sicilia il 23,5% degli studenti abbandona la scuola dell’obbligo, in Sardegna e il Campania supera di poco il 18%.

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