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Global | | 21 Maggio 2018
Spazi sociali a rischio sfratto, sos
dalla Casa internazionale delle donne
Spazi sociali a rischio sfratto, sos dalla Casa internazionale delle donne
La Casa internazionale delle donne non è solo un luogo di servizi, ma - come riporta redattoresociale.it - un insieme di realtà che hanno una storia, che si riconoscono nel femminismo e che nel tempo hanno costruito una pratica e una visione. Questa realtà ha una storia che non si può cancellare”. A sottolinearlo è Francesca Koch, la presidente della Casa internazionale delle donne, nella conferenza stampa di ieri in Senato, per protestare contro la mozione approvata dalla Giunta capitolina che mette fine all’esperienza decennale dell’associazione femminista, nata all’interno del complesso del Buon Pastore. L'obiettivo è dare vita a un centro per le donne gestito dal Comune tramite bandi pubblici.
Una decisione che non piace alle donne che hanno fatto nascere il progetto:  “Siamo state chiamate a pagare un canone troppo alto, ma noi non abbiamo entrate, per questo dal 2010 abbiamo sollecitato l’amministrazione a rivedere il rapporto con noi - spiega Koch-. La giunta Alemanno ha riconosciuto il nostro valore sociale e ci ha promulgato la convenzione di 6 anni, prevedendo anche un piano di rateizzazione del debito. Anche dalla giunta Marino abbiamo ricevuto grande attenzione, perché questa era una realtà che veniva riconosciuta dal comune come una propria risorsa e un proprio progetto. Ora il comune ci chiede di nuovo un arretrato di 800mila euro. Abbiamo avanzato diverse proposte e stiamo aspettando di sapere cosa ne pensi l’amministrazione -aggiunge Koch -. Alla sindaca abbiamo chiesto più volte un incontro ma non abbiamo mai ottenuto un cenno di risposta, non basta essere donne per essere femministe, e questo la sindaca lo dimostra, negando qualsiasi appartenenza a una cultura diversa da quella del suo gruppo politico”.
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