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Editoriali | Giovanni Rinaldi | 17 Marzo 2017
Fondazione serena Dignità e verità
Fondazione serena Dignità e verità

I fatti di cronaca napoletana degli ultimi giorni sono sulla bocca di tutti, sui giornali, sui pc, sui cellulari. Ognuno, come è naturale e giusto che sia, si è fatto un’idea più o meno approfondita delle vicende che hanno portato all’inchiesta “The Queen”. I magistrati hanno svolto e devono continuare a svolgere il loro lavoro senza che ombre cadano sul loro operato, perché non bisogna mai dimenticare che sarà sempre la magistratura tra giorni, settimane a distinguere le responsabilità personali e magari anche a fare passi indietro rispetto alle singole posizioni che il grande circo mediatico appiattisce agli occhi dei commentatori.
Dopo la bufera arriva quindi il momento della riflessione. Intima, lontana dalle chiacchiere da bar e dalle tastiere prestate esclusivamente alla propaganda da social. Ogni famiglia colpita o anche solo lontanamente sfiorata dall’inchiesta è chiamata, con grande onestà intellettuale, a guardare in casa propria e a valutare personalità, comportamenti e sfumature di chi è sotto la lente d’ingrandimento dei Pm.
In quest’ottica la Fondazione Banco di Napoli, dall’aspetto autorevole e imponente, al suo interno vive con le regole di una grande famiglia che si stringe attorno al suo Presidente, chiamato ad affrontare una delle sfide più difficili che la vita gli potesse riservare. Pur non toccata dall’inchiesta appare evidente che Daniele Marrama rappresenti per la Fondazione la figura apicale, la guida, il timoniere. Nell’intimità familiare il tema dominante non dovrebbe mai essere quello del giudizio, questo viene lasciato con grande fiducia e serenità a chi deve giudicare per mestiere, ma dovrebbe essere il tema del percepito, della sensazione che solo chi ti vive vicino può avvertire, negli occhi, con un gesto. Ebbene se qualcuno chiedesse “Ma pensi che?”, “Hai mai avuto idea che?”, “Non ha mai dato a pensare che?”, la risposta sarebbe mai, mai e ancora mai. Ed è questa sensazione che moltiplicata per ogni membro della Fondazione dona a tutti la parvenza della certezza, sull’uomo e sul professionista. L’autorità del ruolo di Daniele Marrama è stata infatti, in questi anni, sempre superata dall’autorevolezza con cui ha svolto la sua presidenza. Un’azione di sviluppo costante, continua che in pochi anni ha fatto cambiare pelle ad un’istituzione antica cinque secoli. Ha aperto le porte della Fondazione alla città, per farne percepire appieno il senso di appartenenza. Ha valorizzato l’archivio storico bancario più grande al mondo facendolo diventare un museo tra i più all’avanguardia d’Europa. Ha cambiato modo di fare filantropia sostenendo il percorso di Meridonare, la piattaforma di crowdfunding invidiata dalle altre fondazioni bancarie italiane. Il tutto accompagnato dal continuo sostegno caritatevole alle opere meritevoli del territorio.
Con queste certezze, dettate dai fatti, la Fondazione prosegue nel suo impegno sociale, ancora con più determinazione, percorrendo la strada tracciata anche da Daniele Marrama, nella serena attesa che possa arrivare una verità carica di dignità.

 

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