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Editoriali | Gianluca Luise | 13 Marzo 2017
Senza risorse
serve competenza
Senza risorse serve competenza

Il fundraising oggi è una necessità irrinunciabile per chiunque si occupi di non profit. Considerato il sistema nel quale si trovano ad agire le organizzazioni non profit italiane, infatti, ne avrebbero bisogno tutte, dalle piccole alle grandi. Risulta però sempre più evidente che vi è la necessità che la raccolta fondi diventi un'attività strutturata ed affidata a chi abbia le competenze adeguate per svolgerla. Esistono, purtroppo, ancora molte resistenze in Italia e molta poca conoscenza sul fundraising e sul suo funzionamento. Troppo spesso è convinzione comune che i costi di gestione, comunicazione e fundraising delle organizzazioni non profit, insomma tutti i costi che non riguardano direttamente i progetti, rappresentino uno spreco di risorse. Inoltre si ritiene erroneamente che fare fundraising significhi trovare denaro e trovarlo subito, mentre per definizione il fundraising è la costruzione di un'attività ciclica e di una relazione tra persone: il fundraiser, il potenziale donatore e le persone che l’organizzazione non profit tenta di supportare, rappresentando tale attività infatti uno scambio di fiducia e di valori, non solo uno scambio economico. Non a caso uno dei pregiudizi più diffusi riguarda proprio il ruolo del fundraiser, molto spesso non riconosciuto come un professionista a tutti gli effetti, in possesso di una preparazione specifica. Ma si può realmente sottovaluare il ruolo del fundraiser? O è davvero importante avere competenze adeguate per fare fundrising? In senso stretto si tratta di applicare un insieme di tecniche e strumenti, in parte mutuati dal marketing e dalla comunicazione, utilizzati per reperire risorse da destinare ad una buona causa. In senso più ampio, però, fare fundraising significa pensare in termini di sostenibilità organizzativa, economica e strategica sul medio e lungo periodo, obiettivo già da solo molto arduo da raggiungere per la maggior parte del non profit italiano. Ma non solo: si tratta anche di disseminare una innovazione culturale, specie nella nostra società. Nei Paesi in cui il fundraising funziona davvero, o comunque funziona meglio che in Italia, esiste infatti un’educazione alla filantropia da noi del tutto assente. L’importanza di donare e di contribuire ad una società migliore, così come il dovere di restituire alla collettività parte di quanto si è guadagnato, è un valore civile e etico che si insegna. La complessità di tenere assieme, dunque, aspetti sia tecnici ma anche motivazionali, rende indispensabile una preparazione specifica per il responsabile del fund raising. Un buon fundraiser, infatti, deve essere dotato di ottime capacità relazionali e di pianificazione, deve saper gestire e coordinare tutti gli aspetti di un’attività di raccolta fondi strutturata sul medio e lungo termine. Oltre alle doti personali e alle conoscenze tecniche possiede un profondo senso etico e una forte motivazione nei confronti della Causa a cui si dedica. Il fundraiser non è un agente di commercio, essendo inaccettabile che lavori a percentuale, non vende una Causa sociale, ma costruisce un percorso all’interno o insieme all’organizzazione per far sì che questa aumenti il numero e la qualità delle relazioni con i donatori, potenziali o effettivi.
Il “fundraiser” è il professionista non profit della raccolta fondi tra le persone comuni, ma anche delle partnership, del rapporto con le aziende e le fondazioni, delle “strategie di funding”. Un profilo (meravigliosamente) complesso, ritagliato in un passato recente su misura per chi viene dal for profit in particolar dagli ambiti comunicazione, marketing e management in generale, per gli studenti di economia, scienze della comunicazione e dell'amministrazione, ma sempre più spesso aperto a chiunque abbia la voglia di imparare a trasformare le visioni del futuro in statistiche e strategie, i buoni propositi in donazioni, la disaffezione in partecipazione. Le sue responsabilità includono gestione del budget, dell personale e dei volontari, organizzare eventi, ampliare il numero dei donatori, creare con essi rapporti stabili, così come essere in grado di proporre accordi e contratti a sponsor o grandi donatori. Deve inoltre creare strategie efficaci e innovative per massimizzare le donazioni. L'abilità nel raccogliere fondi è ciò che lo rende un manager di successo. Avere la migliore organizzazione e possedere abilità significa poco infatti se alla fine della programmazione non sono state raccolte risorse. Deve avere una buona propensione relazionale, abilità nel parlare in pubblico, essere estroverso e propenso all'organizzazione ed alla partecipazione ad eventi. Deve conoscere le nuove tecnologie, sapendo utilizzare al meglio le nuove forme di comunicazione attraverso i social network e gli strumenti di crowdfunding, essendo in grado di studiare strategie e tecniche che possano raggiungere un numero elevato di possibili donatori, interessati alla causa, con mezzi rapidi e poco dispendiosi.
Il compito del fundraising manager dunque può rivelarsi molto complicato, un ruolo spesso difficile da ricoprire senza adeguate competenze date da una specifica formazione. La preparazione, in un settore ancora così poco definito e noto nel nostro paese è molto importante, è quindi fondamentale per costruire l'essenza di una professione che deve essere svolta con le dovute competenze e conoscenze, poiché come detto i compiti da assolvere sono diversi e impegnativi. L'adeguamento a nuove forme di raccolta e l'aggiornamento costante fanno sì che il fundraising manager possa intraprendere una carriera "positiva". E ciò produce un effetto virtuoso a cascata, economico e culturale, nei contesti nei quali si trova ad agire. Molto spesso infatti è lui a rappresentare con la sua immagine la stessa associazione per la quale lavora, assumendosi così un compito importante: comunicare efficacemente agli eventuali donatori il messaggio e l'azione che quest'ultima sostiene, spronandoli così a donare.
In un settore come quello del non profit nel quale scarseggiano sempre piu le abituali risorse, le competenze di chi possa massimizzare la raccolta fondi diventano la risorsa fondamentale.

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